Convalidati gli arresti per i 4 soggetti fermati il 16 luglio che per chiedere il pizzo si presentavano come appartenenti al clan dei Casalesi, fazione Bidognetti. Secondo la Pubblica Accusa i 4 a fine giugno avrebbero avvicinato e percosso un commerciante di Castel Volturno per richiedere il pizzo. Per essere più convincenti ostentavano la loro appartenenza al clan dei Casalesi e di essere i nuovi referenti del clan per l’area Domizia.
Oggi i Carabinieri delle Stazioni di Pineta Mare e Castel Volturno, hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo del Pubblico Ministero, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti di Barbato Francesco 41 anni; Sagliano Francesco di anni 39; Cacciapuoti Antonio di 50 anni e Arillo Giovanni di 34 anni, ritenuti responsabili di tentata estorsione in concorso mediante l’utilizzo di armi, con l’aggravante del metodo mafioso.
I fatti
Dalle indagini è emerso che l’imprenditore vittima del brutale pestaggio era stato preventivamente avvicinato da Arillo Giovanni, elettricista del posto, il quale lo aveva intimorito manifestandogli la presenza in quell’area di un violento gruppo di soggetti indicati come appartenenti alla fazione Bidognetti del clan dei Casalesi e che sicuramente si sarebbero fatti vivi anche presso la sua attività. In realtà Arillo fungeva da apripista per Barbato, Cacciapuoti e Sagliano. Difatti, in seguito, quanto raccontato all’imprenditore da Arillo stesso, si materializzava dopo pochi giorni con più visite dei nuovi referenti del clan dei Casalesi per l’area Domizia presso l’azienda, in una delle quali a seguito della ferma opposizione dell’imprenditore, avveniva il violento pestaggio.
Il GIP presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha convalidato il fermo di Barbato, Sagliano ed Arillo, essendo stati gli stessi rispettivamente rintracciati nei territori di Mondragone e Castel Volturno. Mentre il GIP di Napoli Nord ha convalidato il fermo di Cacciapuoti, essendo stato lo stesso rintracciato nel territorio di Villaricca.
Al termine dell’interrogatorio di convalida, Barbato, Sagliano e Cacciapuoti permangono presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, per Arillo, invece, è stata applicata la misura degli arresti domiciliari.

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